martedì 31 agosto 2010

Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina
Un'illustrazione del libro giovanile scritto da E. Morante che conta tra i suoi primi sforzi letterari, Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina (pubblicato negli anni quaranta ma scritto parecchi anni prima quando era una quattordicenne, mi pare). Disegnata dall'autrice stessa: la mano sua, così facile da riconoscere!
Nell'illustrazione (a sinistra) noto l'elaborazione visuale dell'atmosfera psicologica ed ariostesca dei romanzi morantiani e dei suoi protagonisti:

Il grotto cupo e uterino dell'infanzia addormentata (e qui la protagonista femminile si distingue); le avventure strepitose (d'una figura piuttosto androgina ma ancora giovane); e sulla cima il castello onirico. Il sentiero ci va, ma in modo tortuoso attraverso le colline--vedendo il castello in alto così acceso del sole subito i miei pensieri tornano al L'isola di Arturo.

Sono andata a Roma nel 2007 per esaminare un manoscritto della Morante alla Biblioteca nazionale centrale di Roma, che conserva tutti i suoi manoscritti e le sue carte. Una bozza de Lo scialle andaluso mi occupava per due settimane indimenticabili. Sparsi sulle pagine dei quaderni in cui la Morante ha scritto questa bozza
primizia ed incompiuta erano dei disegni e degli scarabocchi simili alle immagini de Le bellissime avventure. L'affisso della mostra del 2006 organizzata dalla Biblioteca offre delle immagini simili, intrecciate in modo bellissimo con la sagoma  della creatrice stessa: