sabato 21 maggio 2011

I 150 Grandi Libri dell’Italia unita

 I 150 Grandi Libri dell’Italia unita--una commissione presieduta da Gian Arturo Ferrari ne ha scelto idealmente uno per ogni anno, dal 1862 ad oggi.

  • 1974,  Elsa Morante, La Storia
La copertina del 1974, suggestivo di un carnaio...



giovedì 19 maggio 2011

Bernardo Bertolucci parla di Elsa

"La vita è in movimento e io ho voglia di cinema"

Bernardo Bertolucci annuncia il ritorno dietro la cinepresa sette, otto anni dopo "The Dreamers" del 2003. Ricorda i tempi di "La via del petrolio" così:

"Molto importanti. Non avevo mai fatto documentari, ero un giovane regista che dopo il secondo film, "Prima della rivoluzione", non riusciva a fare più nulla e quando l'Eni mi offrì di andare a perdermi in Medio Oriente - non ero mai stato all'estero se non in Francia - era affascinante. Era la "scoperta". Il documentario è in tre episodi, "Le origini", "Il viaggio" e "Attraverso l'Europa". Per il primo, girato tutto in Iran, volevo un tono epico e credo di esserci riuscito".

E ha dedicato "La via del petrolio" ai bambini perché...

"Ero incantato dagli occhi dei bambini persiani per le strade, non sentivi dietro di loro la presenza di una famiglia, degli adulti. Ero amico di Elsa Morante, per me era come "L'Iran salvato dai ragazzini"".

sabato 14 maggio 2011

Thomas E. Peterson, The Rose in Contemporary Italian Poetry

The Rose in Contemporary Italian Poetry


Thomas E. Peterson
University Press of Florida, 2000

Dato che già esistono due recensioni del libro interessante di Thomas E. Peterson, The Rose in Contemporary Italian Poetry, non scriverò un'altra recensione... invece vi offro degli appunti miei.  

  • Laura Baffoni Licata, Italica, Vol. 79, Issue 2 (2002), pp. 270-272
  • Thomas L. Cooksey, South Atlantic Review, Vol. 68, No. 4 (Autumn, 2003), pp. 105-107.

Nell'undicesimo capitolo, "The Feminine Voice, and Other Alibis", Peterson dichiara: 
"The poet who is denied a place by the literary institutions seeks an alibi, an imposture. Such an other or 'elsewhere' accompanies the development of the feminine voice in contemporary Italian letters. The feminine voice works and lives on a cultural and linguistic boundary, and is familiar with places where the creative spirit can prosper despite the experience of marginalization." (pagina 184) Continua Peterson, "...the feminine voice constitutes a mode of interrogation and reflection on the encoded sexual values of dominance and recession, virility and fertility." (pagina 185) 
Dichiarazione che si può facilmente collegare alla Morante ed infatti Peterson rivela che il titolo del capitolo è ispirato da lei: 
"Another voice that stood for the union of emotion and intellect, sensibility and perception is Elsa Morante... whose 1955 book of poems, Alibi, suggested the title of this chapter. In the eponymous poem she affirms, 'Only those who love, know' ('Solo chi ama conosce'), [poema che fornisce i lirici della Cantata della fiaba estrema di Hans Werner Henze] and then these lines that concern the nature of contingency and the fact that the object of one's belief in love, the 'rose and the bee,' might be unreliable:
Vorrei chiamarti: Fedele, ma non ti somiglia.

La tua grazia tramuta    
in un vanto lo scandalo che ti cinge.
Tu sei l'ape e sei la rosa.
Tu sei la sorte che fa i colori alle ali
e i riccioli ai capelli.
La tua riverenza è graziosa come l'arcobaleno.
"Tu sei l'ape e sei la rosa"; frase che apparisce anche nel romanzo L'isola di Arturo, come ho già scritto qui.
In questo capitolo Peterson cita anche qualche riga della poesia "Canzone finale della stella gialla detta pure La Carlottina":
"sono uscita per le vie sfoggiando
in petto la stella gialla dei giudei
come una rosa."
Dovrei (ri)leggere quella poesia prima di scrivere il pezzo proiettato per questo blog sull' 'ebraismo' letterario della Morante...

Aggiunge Peterson che i poemi più narrativi di Morante costituiscono uno sforzo di "to lose herself in the universality of need and innocence of children, and of history's victims." (pagina 190)

domenica 1 maggio 2011

Benarrivato, maggio!

"There is nothing more difficult for a truly creative painter than to paint a rose, because before he can do so he has first to forget all the roses that were ever painted."
-Henri Matisse  

"La parola si rinnova sempre nell’atto stesso della vita, e (a meno di una enorme frana della civiltà) non può scadere a oggetto pratico, spento e logoro. Ogni altro strumento può deperire, o decadere, ma la parola rinasce naturalmente insieme alla vita, ogni giorno, fresca come una rosa… le parole, essendo i nomi delle cose, sono le cose stesse.
Una rosa è una rosa è una rosa è una rosa." -Elsa Morante [1]


"The word is always renewed in the very act of living, and (unless civilization crumbles) it cannot decline into a practical object, spent and worn out. Every other instrument can wither or decay, but the word is reborn naturally along with life, each day, fresh as a rose… words, being the names of things, are the things themselves.
                        A rose is a rose is a rose is a rose." (translated by Gabrielle Popoff)

C'è un capitolo del romanzo L'isola di Arturo intitolato "Perle e rose convenzionali," da cui questo blog deriva il suo nome. Il personaggio Wilhelm sogna di una  “seduzione convenzionale: e il personaggio del Galeotto si addiceva bene ai suoi sospiri, che erano infantili eternamente, come quelli dell’universo! Allo stesso modo il pubblico dei teatri domanda, per accendersi di fede, eroine convenzionali (la Traviata, la Schiava, la Regina)… E cosí in eterno ogni perla del mare ricopia la prima perla, e ogni rosa ricopia la prima rosa.”

Inoltre c'è anche una metafora estesa delle rose e delle api nel romanzo, una metafora letteraria così anziana come Cicerone (e forse di più)--"Tu sei l'ape e sei la rosa", dice Romeo a Wilhelm:

"Dunque pare che alle anime viventi possano toccare due sorti: c'è chi nasce ape, e chi nasce rosa. Che fa lo sciame delle api, con la sua regina? Va, e ruba a tutte le rose un poco di miele, per portarselo nell'arnia, nelle sue stanzette. E la rosa? La rosa l'ha in se stessa: non le serve cercarla altrove. Ma qualche volta sospirano di solitudine, le rose, questi esseri divini! Le rose ignoranti non capiscono i propri misteri.

La prima di tutte le rose è Dio.

Fra le due: la rosa e l'ape, secondo me, la più fortunata è l'ape. E l'Ape Regina, poi, ha una fortuna sovrana! Io per esempio, sono nato Ape Regina. E tu Wilhelm? Secondo me, tu, Wilhelm mio, sei nato col destino più dolce e col destino più amaro: tu sei l'ape e sei la rosa."

[1] Elsa Morante, Garboli and Cecchi, Opere 1516-17.